Siamo consapevoli che il lavoro di oggi, come la ripresa futura, dipendono anche dall’uso di categorie quali “creatività” ed “impossibilità” possibile
Unità di apprendimento
Quanto sta accadendo in questi giorni in relazione al coronavirus ha suscitato in alcune “penne” illustri (Baricco, Carofiglio, Magatti, Vittadini per citarne alcuni) una serie di riflessioni, che potremmo ricondurre a quella tensione che caratterizza l’oggetto del nostro lavoro: l’apprendimento.
Dall’improvvisa presa di consapevolezza del “bisogno quasi compulsivo di esprimerci su tutto, anche prima di avere gli elementi per farlo” (Carofiglio) al tentativo di “fissare ciò che imparo” scoprendo che il lavoro, svolto ad esempio dagli operatori sanitari, non è solo un “dovere” ma ha un’implicazione personale con i propri pazienti (Vittadini), perché “l’empatia è un elemento costitutivo della nostra umanità” (Magatti).
Anche nel quotidiano vediamo i segni di questo desiderio di apprendere: è il caso di Cristian Fracassi, l’ingegnere bresciano owner di Isinnova che con il suo team ha trasformato, grazie alla stampante 3D, centinaia di maschere da sub in respiratori. Alle tante iniziative rivoltegli, ha risposto: «Non mi servono soldi, mi potrebbe servire piuttosto sapere di che cosa hanno bisogno gli ospedali», dando così voce ad uno degli assiomi commerciali più importanti per le organizzazioni moderne: è il cliente a dettare il bisogno, non l’idea precostituita del fornitore.
Oppure Antonia, una ragazza che sta frequentando un nostro corso per operatore di abbigliamento. Alla proposta della coordinatrice di cucire mascherine protettive ha risposto che aveva già iniziato da qualche giorno per regalarle ai condomini del palazzo in cui abita. Quanto spirito di iniziativa e proattività vediamo nei giovani.
In questi giorni, anche Consvip ha attivato 4 team operativi ed interfunzionali. L’obiettivo è quello di accompagnare le persone al cambiamento innescato dal coronavirus attraverso un approccio organizzativo attitudinale e poco gerarchico. Siamo infatti consapevoli che l’hic et nunc, come la ripresa futura, dipendono anche da quanto siamo disposti ad assecondare la categoria della creatività e dell’impossibilità possibile.
Ci sembra infine che un altro elemento ci accomuni con Cristian, Antonia, le tante aziende che anche grazie allo smartworking cercano di continuare a lavorare, e con i piccoli artigiani, che in questi giorni ci hanno commosso con il loro prezioso contributo. Il poter dire: “Io sono presente!”